Nella fotografia mia madre e mio padre all'inizio degli anni '70 con il piccolo Michele che allora come oggi gli amici di infanzia chiamano Miki.

Devo a mio padre questo nome che forse  gli fu ispirato da un fumetto di successo del tempo "Capitan Miki" o forse, semplicemente, da persona originale quale era, voleva che suo figlio fosse chiamato in un modo non convenzionale. Da lui ho imparato l'ironia, la concretezza e la capacità di affrontare la vita con determinazione e sicurezza.
Mia madre mi ha insegnato la gioia nel prendersi cura degli altri e la capacità di ascolto, di comprensione e di empatia.

Per 25 anni sono stato legale interno in grandi imprese multinazionali nel settore dell'impiantistica, delle infrastrutture portuali, delle telecomunicazioni. Mi sono occupato di importanti contratti in giro per il mondo e di arbitrati internazionali.

Sono passato poi alla libera professione e da allora ho messo la mia esperienza al servizio di privati e imprese.

Credo nell'entusiasmo e nella curiosità che era del bambino della fotografia e che è ancora dell'uomo di oggi.